“You Can Be Anything”: Barbie è simbolo di inclusione e diversità

Nonostante la concorrenza, Barbie è rimasta sul podio, è un mito che ha travalicato il mondo dei giocattoli per bambini, un fenomeno di costume che ha cavalcato l’onda delle trasformazioni culturali, adattandosi alle esigenze, ai gusti, allo stile e ai valori di ogni epoca.

La storia di un mito

Barbie nasce nel 1959 da un’intuizione di Ruth Handler, moglie del co-fondatore della Mattel, una casa produttrice di giocattoli statunitense. A quei tempi, i giochi per bambine più diffusi erano i bambolotti da cullare e le bambole di porcellana. La svolta si ebbe quando Ruth decise di donare alla figlia un gioco con cui potesse immaginarsi nel ruolo di un’adulta.

Con un’idea geniale tra le mani, Ruth, entusiasta, propose al marito di avviare la produzione di bambole rivoluzionarie per l’epoca. Elliot non fu capace di cogliere il potenziale di quella che si sarebbe rivelata un’intuizione fortunata. Nonostante il rifiuto, Ruth non si arrese e, prendendo ispirazione da Bild Lilli, bambola svizzera tratta dai fumetti, creò la prima Barbie - da “Barbara”, il nome della figlia - che fece il suo debutto sul mercato il 9 marzo 1959.

Costume zebrato, incarnato chiaro e capelli neri legati in una coda: questo l’aspetto della Barbie degli ultimi anni ‘50. Grazie anche alla sua capacità di adattarsi ai cambiamenti del tempo e alle trasformazioni estetiche e culturali che si sono susseguite nel corso degli anni, Barbie, da giocattolo leggendario, si è trasformata in un modello intergenerazionale.

Barbie: simbolo di inclusività sociale e culturale

I tempi cambiano e noi con loro. Il mondo si evolve e il fenomeno delle Barbie si trasforma. Lo stile, il trucco, gli accessori: la bambola più venduta della storia si adatta alle esigenze, ai gusti e ai valori di ogni epoca. Nei primi anni, il successo della fashion doll più amata al mondo è legato ai look stravaganti che indossa e alla libertà con cui le bambine possono abbinare capi e accessori ed esprimere la propria creatività.

 Poi la rivoluzione. Barbie cambia temperamento e si fa più ambiziosa: è medico, astronauta, donna in carriera, atleta, rockstar e persino presidente degli Stati Uniti d’America. Diventa un giocattolo ispirazionale per giovani bambine di tutto il mondo. L’universo di Barbie non si ferma qui: è infinito e non conosce limiti. Ecco che, allora, debuttano sul mercato bambole che rappresentano le donne di tutto il mondo con differenti tonalità di pelle, costumi e forme del corpo, con capelli lunghi, corti o calve, con la vitiligine, con arti artificiali o in sedia a rotelle.

Barbie fa breccia nel mondo dell’arte

Come recita lo slogan del marchio - “You Can Be Anything” -, Barbie cresce, si fa portavoce delle istanze sociali e culturali e promuove l’inclusione, supera gli ostacoli della diversità, e aiuta piccole e giovani donne ad integrarsi all’interno di una comunità che si fa sempre più globale. Questa mission ha ispirato, e continua ad ispirare, le creazioni Barbie con l’obiettivo di incoraggiare intere generazioni a mostrarsi per quello che si è, senza paura e senza barriere.

Barbie è fonte di ispirazione anche per centinaia di artisti e stilisti di tutto il mondo: è diventata un’icona pop che ha fatto breccia nel mondo dell’arte e che, in molte occasioni, si è trasformata in un oggetto da collezione vero e proprio. Acconciature stravaganti, look straordinari e make-up personalizzati sono le caratteristiche delle Barbie più apprezzate.

Generalmente, sono opere realizzate a sostegno di cause benefiche. Il caso più recente - e tutto italiano - è la collezione “Barbie Extra”, nata dalla collaborazione tra Alfaparf Milano, brand attivo nel settore dell’haircare professionale, e Barbie Italia, per la fondazione Dynamo Plus. Appassionati, collezionisti e neofiti hanno la possibilità di aggiudicarsi all’asta una delle cinque bambole customizzate e sostenere una causa nobile e solidale.