Slums Dunk

Slums Dunk nasce dall’idea di un giocatore di pallacanestro professionistra italo-argentino dell’EA7 Olimpia Milano, Bruno Cerella, e da un libro regalatogli dalla zia: “Il risveglio del leader”, le cui parole lo spingono ad andare al di la del basket giocato sui campi di serie A e fare qualcosa di speciale per gli altri. 

In quest’avventura, Bruno coinvolge l’amico Tommaso Marino, anche lui cestista professionista con varie presenze in nazionale under 18 e 20. Senese, cresciuto nelle giovanili della Montepaschi gioca attualmente come playmaker nella Blue Basket Treviglio.      

Michele Carrea, capo allenatore del settore giovanile e assistente in prima squadra a Casalpusterlengo (LO). E’ lui il capo degli allenatori di Slums Dunk.    

Giuseppe  di  Paolo, classe 1984, di Chieti, responsabile del settore giovanile e assistente allenatore per la DNA pallacanestro Chieti. Assistente capo allenatore del progetto.    

Federico Cappelli, classe 1984, giornalista presso La Nazione di Siena, Mens Sana Basket e Montepaschi Sport. E’ lui la regia della comunicazione di Slums Dunk .

Insieme a loro e alla collaborazione di Karibu Afrika Onlus cominciano a fare i primi passi per portare avanti questo sogno... il sogno di poter aiutare a delle persone che vivono in condizione precarie e non hanno le possibilità economiche di portare avanti e far crescere le piccole realtà cestistiche in mezzo a le baraccopoli kenyane. 

Utilizzando la pallacanestro come strumento di partecipazione, emancipazione e di coesione sociale per i giovani abitanti di Nairobi, coinvolgono 60 ragazzi e 35/40 allenatori in un "BASKETBALL TRAINING CAMP" di 15 giorni, ogni estate, dove tutti i partecipanti sono forniti di materiale sportivo, trasporto, pranzo e merenda. 

Un’occasione di crescita personale, educazione, solidarietà e spesso l’unico appiglio per uscire dalla vita di strada.

Lo sport è un linguaggio comune che chiunque può può parlare, è uno strumento che unisce, che non conosce limiti. Chiunque può giocare a basket: ovunque ci sia un canestro, con qualsiasi palla, con o senza scarpe, l’unica cosa che conta realmente è la motivazione per saltare e andare a canestro. Il basket non è solo competizione ma anche uno strumento che può essere facilmente utilizzato per trasmettere cultura, valori e competenze.  

Slums Dunk costituisce una storpiatura del termine slam dunk (schiacciata) dove slums significa baraccopoli. Il progetto infatti mira a migliorare le condizioni di vita dei bambini e giovani che vivono nella aree economicamente e socialmente degradate. La comunità di Mabathini, nella baraccopoli di Mathare, è stata scelta come area d’intervento del progetto nel 2014/2015. A Mathare si stima vivano 95.000 persone in un’area che copre 1,5 km2, il 50% della popolazione è composta da giovani con meno di 18 anni che risiedono in condizioni d’isolamento, con accesso limitati ai servizi primari come acqua, elettricità e servizi igienici. In tutta la baraccopoli si contano solo due campi da basket pubblici entrambi in condizioni deprecabili. Il basket è stato scelto come strumento veicolare per coinvolgere, mobilitare ed attirare i beneficiari, e sarà utilizzato come mezzo per favorire l’educazione primaria all’interno di 20 scuole informali della slum. L’educazione è il volano per un reale sviluppo delle potenzialità dei bambini e dei giovani abitanti nelle baraccopoli, nonché strumento per favorire l’empowerment comunitario. Attenzione particolare verrà dedicata alla parità di genere e al coinvolgimento delle donne durante le attività.  

Partner del progetto è Karibu Afrika, associazione nata formalmente a Padova nel 2007, e attiva in Italia e Kenya con progetti di educazione, formazione, intercultura, sport ed inclusione sociale.  

MAIL [email protected] 

SITO www.slumsdunk.com 

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