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Un pezzo di storia dell’arte di Warhol. 
Un esemplare è attualmente in mostra al museo Ma.ga di Varese. 

USA, 1966
Dimensioni opera: 62,23 x 41,91 cm
Catalogato in Feldman & Schellmann, II.4a


Nel 1962 Andy Warhol fece il debutto con i suoi (che presto sarebbero diventati famigerati) dipinti di “Soup Can” alla Ferus Gallery di Los Angeles. Se inizialmente si rivelò un flop commerciale, in breve tempo l'opera sarebbe diventata un'icona per l'intero movimento della Pop Art e per l'artista.

Nello stesso anno Warhol cominciò a lavorare con la tecnica della serigrafia che meccanizzò e rivoluzionò la sua pratica artistica. Durante questo periodo Warhol passò dalla pittura a mano dei barattoli con l’utilizzo o meno di stencil alla stampa direttamente su tela.

Nel 1965 Warhol iniziò a realizzare barattoli dai colori fluò. In concomitanza con una mostra all'Institute of Fine Arts di Boston, produsse un numero limitato di buste serigrafate con l'amata zuppa Campbell in un vivace colore ancorato al logo dell'azienda in blu e viola.

Questa “shopping bag” è diventata il simbolo perfetto dell'intersezione tra cultura e pop art, tra consumismo e intenditori, tra scarsità e ubiquità.

Non si può sottolineare abbastanza quanto vitali e rivoluzionari siano stati per Warhol la metà degli anni Sessanta. Oltre alle Soup Cans, Warhol introdusse anche le immagini di Marilyn Monroe, ai tempi scomparsa da poco, facendo rivivere il genere della ritrattistica. Ha anche iniziato a produrre film e a promuovere i Velvet Underground. Inutile dire che questo fu il suo apice creativo.

Di conseguenza, l’opera è molto ricercata dai collezionisti in quanto è una delle poche "convenienti" della metà degli anni Sessanta.

Questo lavoro può essere trovato in numerose collezioni pubbliche tra cui quella del MoMA (NYC) e del Norton Simon Museum (California).

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